domenica 29 giugno 2008

Birkenstock una filosofia di vita

Ieri ho accompagnato mia sorella a comperarsi un paio di Birkenstock e mi si è aperto un mondo.
Dal mio personalissimo punto di vista queste calzature sono (o meglio erano) dei sandali tedeschi orribili che stanno bene solo a chi ha piedi fantastici e sul resto della popolazione sono terribili.
Mi sono dovuta ricredere.
Ci rechiamo in un negozio vicino all'ufficio specializzato in queste calzature che sembra sempre vuoto. All'ingresso ci accoglie un imprevisto elimina code (la macchinetta che ditribuisce i numerini dal salumiere), ma dato che il negozio appare come sempre vuoto evitiamo di prenderlo. Appena varcata la soglia il commesso esordisce chiedendoci se abbiamo preso il numero.
Io e mia sorella ci guardiamo stranite e andiamo a procurarcelo.
Quel negozio all'apparenza vuoto ha sempre quattro o cinque clienti a ciclo continuo, appena ne esce uno, un altro entra ed incominciamo a capire l'utilità del numerino. I commessi sono tanti e continuano ad aggirarsi da un cliente all'altro come le api sui fiori con la stessa operosità, dedizione e cura del cliente che al giorno d'oggi è così rara. Fanno provare modelli, offrono consigli, aggiungono buchi in modo tale che il cliente abbia ai piedi al termine dell'acquisto un prodotto perfetto, che lo appagghi pienamente e che lo faccia camminare con assoluta comodità.
Tutti quelli che entrano hanno ai piedi delle Birkenstock, sono l'unica ad avere delle Nike, ci sono persone sole, madri con i figli o figlie e persino un'intera generazione: nonna, figlia e nipote, tutte con ai piedi gli stessi sandali, ma di colori e modelli diversi.
Negli anni dato il sempre crescente gradimento sono stati realizzati svariati modelli con colori accattivanti e alla moda, pur mantenendo la suola ed il plantare inalterati.
Mia sorella è uscita con gli occhi che le brillavano e forse anch'io mi convertirò a questa filosofia di vita.

domenica 22 giugno 2008

Ladri e rapine

In due settimane hanno rapinato due coppie di miei amici, e come sempre un problema lo iniziamo a vivere nel momento in cui ad esserne colpiti sono nostri conoscente o noi stessi. Vivendo a Milano si sentono, leggono e vedono casi di questo tipo ogni giorno e finire nelle statistiche è più possibile che probabile, ma quando a raccontartelo sono persone a te vicine e capisci profondamente quello che provano l'idea di allarmarsi perde il suo stato di idea e diventa un stato d'animo. Oltre alla propria intimità violata e al non sentirsi sicuri neanche dentro la propria casa, da sempre sinonimo di nido e rifugio ci si rende conto del valore delle cose. Non sempre gli oggetti hanno un valore reale e monetario, ma molto più spesso hanno un valore simbolico, affettivo, lavorativo.
Alla mia collega l'anno scorso hanno rubato i regali della laurea, tutti oggetti che simbolizzavano la chiusura di un progetto e di una parte della vita otre al traguardo raggiunto.
Alla prima coppia di miei amici hanno rubato soldi, orologi, possaporti con tutti i problemi anche di ordine burocratico che ne conseguono, ma la cosa peggiore è che erano in casa a dormire mentre tutto questo accadeva. Li hanno addormentati con lo spray e si sono mossi indisturbati dentro la loro casa. La cosa è di per sè angosciante, ma l'angoscia più grande è generata dal pensiero che se la figlia di due anni che era al mare con i nonni fosse stata lì, magari sarebbe stata portata via.
Credo che un genitore dopo un'esperienza del genere possa solo impazzire ed ecco arrivare il fabbro ad installare le inferiate in modo tale che si possa dormire tranquilli, prigionieri in casa propria.
All'altra coppia hanno scassinato la porta mentre erano fuori e già ti domandi come mai i vicini non abbiano sentito niente, ma l'indifferenza a Milano è una costante e bisogna farci i conti.Gli hanno rubato qualche gioiello e poi i computer.
Per alcuni è solo uno strumento di gioco o di navigazione dul web, ma chi ci lavora capisce che è una perdita enorme, non tanto per l'oggetto, ma quanto per il contenuto dello stesso.
Fortunatamente non è successo nulla a livello fisico a tutte le persone di cui vi ho parlato, ma tutte sono state segnate, per motivi diversi dall'accaduto.
Non voglio fare discorsi politici, ma semplicemente rendere partecipe di uno stato di angoscia.

domenica 15 giugno 2008

Sex and the city 2




Navigando in rete continuo a vedere delle critiche abbastanza negative nei confronti del film.
Le obiezioni che vengono mosse più frequentemente sono: mancanza di sesso, si vede troppo poco New York, non è fedele alla serie, se ne poteva fare a meno, con giudizi che oscillano dal sufficiente al discreto.
Quello che mi stupisce è che queste citiche vengano mosse anche da appassionati della serie.
Chiaramente il mio stupore è dettato dal non essere assolutamente d'accordo.
Sono andato a vederlo due volte, il giorno della prima con il mio lui e l'altra sera con le mie colleghe.
E come sempre gli spunti di riflessione sono cambiati in base alle prospettive, nel primo caso l'amore e nel secondo l'amicizia.
Forse il mio giudizio è annebbiato, perchè sono una fervente appassionata della serie, ma ritengo tutte queste critiche superficiali e stupide.
Il film è la chiusura definitiva della serie ed è totalemente coerente con la premessa, ha un'intro riasuntiva che racconta in poche frasi e poche immagini chi sono i personaggi e qual' è stato il loro percorso nei sei anni delle stagioni televisive e tira le fila delle loro relazioni.
Effettivamente il film avrebbe dovuto intitolarsi "Love and the city", per i temi trattati, ma trovo corretto che a quarantanni non si cerchi più il sesso facile, ma la costruzione e la stabilizzazione di un rapporto, il sesso è più parlato che esplicito, ma il tema viene affrontato come sempre con coerenza.
Si tratta pur sempre di un film leggero, ma chi va a vederlo ne è pienamente consapevole.
"Sex and the city - The movie" ha chiuso un ciclo, ma continuerà a far parlare di sè come la serie.
Buona visione e buon sex and love a tutte.

sabato 14 giugno 2008

Parole d'amore

Franco Battiato
Last Summer Dance (Disc 1) (2003)
La Cura

Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie,
dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore,
dalle ossessioni delle tue manie.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce
per non farti invecchiare.
E guarirai da tutte le malattie,
perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te.
Vagavo per i campi del Tennessee
(come vi ero arrivato, chissà).
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
attraversano il mare.

Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.
Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza.
I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi,
la bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi.
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
TI salverò da ogni malinconia,
perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te...
io sì, che avrò cura di te

sabato 7 giugno 2008

Fantastica ATM

Non amo lamentarmi dei disservizi dei/sui mezzi pubblici, perchè penso che non siano sempre dovuti all'azienda, ma anche diversi fattori esterni, come il traffico, gli automobilisti che non rispettano le regole stradali, l'errore umano (che c'è in tutti noi altrimenti saremmo divini), gli errori tecnici e meccanici.
Insomma di giustificazioni ne trovo parecchie, ma ieri sera ero proprio incazzata.
Esco dall'ufficio dopo una giornata al fulmicotone, vado in metropolitana, sento che arriva il treno, mi scapicollo giù dalle scale sperando che sia quella che devo prendere io in direzione Bisceglie (anche se di norma arriva Rho/Fiera per la mitica legge di Murphy), scarto tutti i passeggeri che compatti defluiscono dal vagone e mentre le porte si chiudono riesco a salire e ad aggiudicarmi un posto a sedere.
Dopo una giornata terribile l'epilogo non è tanto male, un briciolo di fortuna mi ha sorriso.
Mentre sfoglio per inerzia un giornale free press, il treno fermata dopo fermata (sono 16 in tutto) mi sta portando a casa, unico luogo dove voglio andare, mi sento come Dorothy del Mago di Oz.
E mentre pregusto il soffice divano, dove abbandonarmi per decomprimere lo stress della giornata l'altroparlante annuncia "Il treno ha terminato la corsa si prega di scendere".
Finalmente sono arrivata!
O forse no.
Dal brusio che si leva dal vagone capisco che c'è qualcosa di strano, alzo lo sguardo e vedo che la fermata è Gambara.
Fanno scendere tutti e il treno si allontana andando in senso inverso a quello di marcia.
Avrebbero potuto avvertire "treno con capolinea a scelta del guidatore", doveva essere un amico del tizio che guidava alla mattina 2 giorni prima e che ha saltato tre fermate, dovendo puoi tornare in dietro ogni volta.
Il resto è abbastanza prevedibile, ho atteso, sono salita sul successivo che si è riempito all'inverosimile e sono arrivata a casa.
So che c'è di peggio, ma quando si hanno già le palle piene cose come queste fanno incazzare.